Buongiorno da Faenza. Prima di fare un giro e una deliziosa colazione a base di cornetti ripieni di zabaione al Caffè Pasticceria Fiorentini, vi voglio raccontare il mio sabato a Enologica 2010.
Non avrei mai scritto un post su uno di questi eventi che oggi soffocano i calendari di noi poveri fissati, trovarne un senso sarebbe stato impossibile. Ma questa volta sono bastati due padiglioni ben organizzati perché un evento fosse il miglior modo possibile di raccontare un territorio. E il primo riconoscimento va a chi questa manifestazione l’ha curata e ideata con passione e grande competenza, Giorgio Melandri.
Ci accoglie ai cancelli di Faenza Fiere qualche ora prima dell’apertura ufficiale, ci fa accomodare nel primo padiglione, dedicato agli espositori del vino e al teatro dei cuochi e la prima cosa che mi colpisce è la semplicità e il buon gusto nell’allestimento. Ci offre un buon piatto di pennette al dente con il sugo di amatriciana con tanto di guanciale di mora romagnola (mi aveva già convinto, il suo era l’evento dell’anno!). Gli faccio i complimenti per il logo e lui accetta soddisfatto, è orgoglioso della sua Enologica quanto è fiero della sua Emilia Romagna.
In questa tre giorni è riuscito a raccogliere tutto il meglio della regione, perché la conosce bene ma soprattutto ci crede profondamente. Mi preparo a fare un giro per il delizioso mercatino degli espositori quando Tambini mi avverte che al Teatro dei cuochi c’è un fuori programma imperdibile: Massimo Bottura. Chiamato da Melandri a intervenire nella giornata di lunedì (l’ultima dedicata solo agli operatori), lo chef modenese ha anticipato il suo show perché deve partire per San Sebastian. Prepara i suoi piatti, li racconta e ne spiega il rapporto con la tradizione, proprio come richiesto da Melandri.
Ciò che più mi colpisce è l’atmosfera familiare, la conoscenza estrema tra il cuoco, i giornalisti, i produttori e gli artigiani. Ognuno è attento a promuovere l’altro e sul palco la storia si ripete, cuoco dopo cuoco.
Giuseppe Carrus e Lorenzo Ruggeri conducono la degustazione dei vini dell'Etna in compagni di Federico Curtas
Per un attimo mi guardo intorno e penso che anche solo per questi quattro giorni di Enologica, l’Emilia Romagna ha tutte le carte in regola per diventare la nuova Spagna italiana. Una cosa e certa: qui il loro Rafael Garcia Santos l’hanno trovato.
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